Per me l’andare in motocicletta e’ ormai impensabile senza il navigatore, e mi stupisce vedere che solo una minoranza di mototuristi ne abbiano, almeno finora, scoperto i pregi. Mi da’ ancora fastidio pensare al tempo buttato via sulle strade sbagliate, cercando continuamente di evitare di seguire indicazioni stradali che, invariabilmente, ti conducono su strade rapide, ma indegne. Il problema e’ che le indicazioni stradali sono fatte per l’automobilista, che ha bisogno di andare da A a B nel minor tempo possibile. Un sistema di indicazioni turistiche di un diverso colore (poniamo: marrone, o rosso), che copre in tutta Europa le tratte turistiche (niente doppia carreggiata come criterio minimo) non esiste e sarebbe troppo costoso da implementare. Ma non importa piu’, perche’ ti puoi comprare un navigatore.
“Ci sono le cartine”, mi dirai. Vero. Ma non si possono passare i pomeriggi a studiare un percorso di, diciamo, 30km a memoria e ripetere il processo alla fine del percorso, ne’ si puo’ stare a guardare la cartina a ogni incrocio. Per cui si finisce per studiare la cartina alla ricerca di qualche percorso facile da seguire e sperare nel meglio; il che raramente accade.
Certo, col tempo uno scopre e memorizza i percorsi adatti attorno a casa, quelli che si fanno piu’ spesso. Ma il problema si ripresenta ogni volta che esplori zone nuove, e ovviamente quando vai in vacanza in destinazioni piu’ lontane.
Poi ci sono problemi secondari, ma non trascurabili. Chi va a spasso in moto in zone rurali (soprattutto in Francia) conosce il problema della scarsita’ dei benzinai. Poi ci sono le volte in cui ti viene voglia di pizza, o di un buon vecchio McDonald’s (si’, io non mi faccio problemi a mangiare da mcDonald’s. Mi piace pure). Aggiungi a questo il trovare una certa destinazione quando sei in citta’, per esempio un museo.
Il navigatore cambia tutto questo; e anche se ancora i navigatori non sono perfetti, in questo Anno del Signore 2016 risolvono gia’ tanti di quei problemi, che in confronto il prezzo per equipaggiarsene non appare ne’ esoso ne’ stupido.
Il navigatore aumenta il divertimento in moto. Meglio detto, il navigatore aumenta (drammaticamente) la percentuale di tempo che passi in moto divertendoti invece che facendo qualcos’altro (cercarndo le strade giuste, la tua destinazione turistica, il benzinaio eccetera). Se consideri che ogni ora passata in moto brucia vari litri di benzina (all’incirca, un mototurista ne puo’ consumare tra tre e quattro), che le ore passate in moto in vacanza sono particolarmente preziose perche’ non facilmente replicabili, e che la vita e’ troppo corta per sprecare ore in moto cercando belle strade o benzinai, ti rendi conto di quanto presto un navigatore “si ripaga” in termini di “ore di divertimento”, che sostituisce alle “ore di ricerca”.
Sono a corto di benzina in mezzo alla campagna? Premo un pulsante o due e ottengo una vasta scelta di benzinai in zona, ma non sul mio percorso e che, quindi, non avrei trovato. E’, in effetti, impressionante vedere quanti benzinai ci sono in giro se sappiamo dove andare a trovarli invece di aspettare che ce ne capiti uno per strada. La stessa cosa avviene per alberghi, attrazioni, posti per mangiare e via trovando.
Il discorso delle strade e’ un po’ piu’ complicato. Ogni navigatore consente di evitare le autostrade, ma questo in se’ non aiuta moltissimo, perche’ in molti Paesi europei quelle che noi chiamiamo “strade statali” vanno dalla strada pittoresca e indimenticabile alla superstrada a doppia carreggiata, ne’ esistono sistemi di classificazione che permettano di identificare chiaramente le une dalle altre. Aggiungi a questo che la coscienza della qualita’ “turistica” di una strada e’ abbastanza recente, col risultato che molte strade hanno quel misto di tratto turistico, seguito da “superstrada”, seguito da altro tratto turistico che molti di noi conoscono e odiano. Il “lasciare in pace” il bel tratto di strada secondaria invece di allargarlo qua’ e la’ con pezzi di superstrada e’ un fenomeno alquanto recente e, da quel che mi pare di vedere, piu’ pronunciato in certi Paesi (Germania, Svizzera, Francia) che in altri (Italia, Inghilterra).
I moderni navigatori (Garmin e TomTom; io ho un Garmin) cercano di ovviare a tutto questo con la funzione “strade ricche di curve”, che in teoria dovrebbe minimizzare le doppie carreggiate e massimizzare i tratti piacevoli. Da quello che ho visto finora sul mio Garmin Zumo LM390, la cosa funziona a meta’. In un contesto rurale, il Garmin funziona benissimo: dove ci sono molte belle strade, il Garmin ti condurra’ su strade bellissime. Ma il sistema sembra entrare in crisi in prossimita’ di grossi centri, dove c’e’ un sistema misto di strade veloci a doppia carreggiata e strade “terziarie” molto piu’ lente. In questi casi, il Garmin “molla” le strade lente (evidentemente non considerate meritevoli del maggior tempo necessario per arrivare a destinazione) e sceglie le strade “ricche di curve” secondo parametri predeterminati che significano, ahime’, molta doppia carreggiata.
Secondo me, un navigatore ha bisogno della funzione “estremista”, qualcosa del tipo “evita ogni tipo di strada a doppia carreggiata, punto”. La cosa e’ sicuramente fattibile con le nuove tecnologie, e leggo in giro che i Garmin statunitensi, con la loro funzione “avoid highways” (dove “highway” significa ogni tipo di strada a doppia carreggiata) ottengono esattamente questo risultato. Purtroppo, finora non ho conoscenza di alcun sistema europeo mirato ad ottenere lo stesso risultato. Ci si arrivera’ in futuro, e sara’ un bel giorno per il motociclista.
Per adesso, comunque, il navigatore consente di ottenere piu’ o meno lo stesso risultato, anche se al costo di un maggiore investimento di tempo al computer di casa. Siti come l’ottimo “Journey Planner” di Twisty Ride ti consentono di indicare partenza e destinazione, e calcolano automaticamente per te il percorso “turistico” seguendo algoritmi pensati da mototuristi per mototuristi, e continuamente arricchiti dalle informazioni presentate da altri mototuristi. Il sistema funziona in maniera impressionante, e su scala alquanto globale, come ho potuto constatare confrontando le informazioni di Twisty Ride con le strade a me conosciute in molti angoli d’Europa. Quando hai creato il tuo percorso, non devi fare altro che memorizzarlo sul tuo computer nel formato desiderato e trasferirlo sul tuo navigatore. Con un po’ di pazienza e un limitato investimento di tempo si puo’ grandemente aumentare la qualita’ del tempo passato in moto.
L’insieme di tutte queste funzioni (percorso predeterminato al computer; funzione “strade ricche di curve”; aiuto nel trovare benzinai eccetera) rendono il navigatore uno strumento utilissimo – e non piu’ rinunciabile ai costi attuali – se il tuo obiettivo e’ di andare in moto divertendoti il piu’ possibile, piuttosto che andare in moto per stare su una sella. Certamente, il navigatore non potra’ mai sostituire la cartina convenzionale (ancora di uso molto piu’ pratico per pianificazione in loco, studio della regione eccetera). Ma quello che un navigatore fa al meglio (trovare le cose per te, mentre viaggi) una cartina non lo puo’ fare.
Prova un moderno navigatore. Vedrai come ti cambiera’ la vita in moto.
G
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