"Piccola Venezia" a Colmar; citta' ideale da scoprire prima e dopo una "Tarte Flambee".

“Piccola Venezia” a Colmar; citta’ ideale da scoprire prima e dopo una “Tarte Flambee”.

 

Ognuno viaggia  modo suo. C’e’ chi ama viaggiare la notte per le tappe di trasferimento, chi non si mette in sella prima delle undici, chi insiste a voler viaggiare anche la sera tardi.

Il vostro umile corrispondente, che essendo appassionato di Moto Guzzi ha aspettato il carro attrezzi varie volte (ma non solo con Moto Guzzi: due volte Triumph, e una volta perfino BMW…) ha imparato a sue spese che le moto non sono ancora affidabili come le auto e la probabilita’ di grane e’, sebbene scarsa in senso assoluto, non improbabile come in queste ultime.

Di conseguenza, il Cordialmente Vostro ha preso l’abitudine di seguire una routine predeterminata: alzarsi presto la mattina e stare in moto possibilmente prima delle 8; fermarsi solo per un’oretta a pranzo (in un simpatico villaggio, da visitare con una sgambata digerente dopo un rapido pranzo) e per una pausa del pomeriggio (per un altro piccolo svago turistico, e magari una birra piccola), e per il resto abbandonarsi al piacere delle due ruote fino a una certa ora (diciamo tra le cinque e le sei del pomeriggio, sei e mezza massimo), quando si fa – come dicono in Germania – Feierabend e si smette di andare in moto per la giornata.

La cosa ha i seguenti vantaggi: giornata piena in moto con qualche svago turistico, ma ancora qualche ora a disposizione se succedono guai con la moto. Si evita anche di viaggiare la notte (che per un motociclista e’ sempre un rischio statistico in piu’), e si puo’ aggiungere un po’ di turismo “a piedi” la sera: passeggiata per scegliersi il ristorantino, cena, poi un’altra passeggiata serale. E’ una bella sensazione scendere dalla moto dopo una giornata “piena” (otto o nove ore di puro piacere di guida), e sapere che ci sono ancora varie ore di turismo, relax, e buon mangiare senza preoccuparsi del gendarme se si e’ bevuta una birra in piu’. Inoltre, se si deve aspettare il carro attrezzi in un Paese straniero, e’ preferibile farlo alle 4 o alle 5 del pomeriggio invece che alle 10 o alle 11 di sera. Infine, dopo dieci o dodici ore con il completo di pelle addosso fa piacere tornare al maglioncino, ai pantaloni leggeri e alle scarpe da “civile”.

Il sistema, messo a punto dopo varie – e non sempre piacevoli – esperienze ( si ricordano l’alluvione biblica in Foresta Nera con ripetuto perdersi e arrivo alle undici e mezza in mezzo al finimondo, e la rottura dell’anabbagliante in piena notte sempre in Foresta Nera) ha un solo (piccolo) punto debole: richiede che l’albergo sia situato in un centro abitato, magari non grande ma interessante abbastanza per un’oretta di passeggiata serale, possibilmente con macchina fotografica per qualche scatto finche’ fa buio. Questo porta a escludere non solo gli agriturismo, ma anche la pletora di alberghetti e pensioncine carini e convenienti, ma in posti troppo isolati per il turismo serale o non abbastanza interessanti per il turista. In compenso, si avra’ a disposizione una “seconda vacanza” i cui ricordi si uniranno agli abbondanti ricordi motociclistici, e che a mio parere compensano piu’ che abbondantemente per la maggiore spesa.

La necessita’ dell’albergo nel centro abitato apre un’altra questione: il parcheggio. In molte zone della Francia il furto di moto e’ una realta’, e se la tua moto e’ appetita dai ladri lasciarla fuori la notte causa ulteriori problemi se non di rischio vero e proprio, quantomeno di tranquillita’. Questa e’ una delle ragioni per le quali la pianificazione prima della vacanza e’ importante, consentendoti di almeno individuare tre o quattro opzioni viabili. Nella mia esperienza Germania e Svizzera non sono mai un problema, ne’ lo sono posti come le Dolomiti. In Alsazia, o nelle parti rurale dell’Inghilterra o del Galles, non ho mai avuto la sensazione che ci fosse pericolo.  Ma anche nella provincia francese “ricca” (esempio: Borgogna) i gestori di hotel e ristoranti non mancheranno mai di dirti di fare attenzione, e quando vai verso Sud (Savoia, e soprattutto Provenza) diventa ancora peggio. Per me, in Francia al di fuori dell’Alsazia la moto sicura deve essere una priorita’ assoluta; quantomento per togliermi quella leggera, ma costante preoccupazione dalla testa.

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