La mia prima moto, una Triumph Thunderbird Sport 900 comprata nuova, mi lascio’ a piedi due volte in 4 anni e meno di 40.000 km. La prima volta fu per via di uno “scollamento” (no, non sono un meccanico) della sede valvola. Il fattaccio avvenne a solo 50 km da casa, ma ci misi piu’ di sette ore ad arrivarci. La seconda volta fu nell’Odenwald, una domenica pomeriggio verso le 4, quando la centralina elettronica mi mori’ improvvisamente. Pernottamento fuori, conto salato, e ore ad aspettare il mezzo di soccorso. Poi c’e’ la volta in cui si ruppe il supporto del freno anteriore e le pastiglie mi finirono per strada lasciandomi completamente senza freno anteriore, ma questo successe a 2 km da casa e riuscii a cavarmela senza carro attrezzi. Il mio angelo custode si comporto’ in maniera magnifica.
La mia ultima volta (e speriamo che resti l’ultima) rimasi a piedi con una BMW R1100R, – “usato garantito” del concessionario BMW – in Savoia, dalle parti di Annecy. Tre giorni per riparare la moto, ma tutto fatto gratis “con competenza e simpatia” dal locale concessionario dell’ Elica.
In mezzo c’e’ una mezza dozzina di volte in cui sono rimasto a piedi, in meno di 20.000 km, con la mia Moto Guzzi V11 Le Mans, la vera epitome dei problemi (e del pressappochismo, e dell’arroganza, e del menefreghismo) della Moto Guzzi. Una moto (e una marca) tuttora amata tantissimo, e che non mi ha mai ricambiato; ragion per cui non ho smesso di amare l’ Aquila ma ho smesso di dare soldi alla Guzzi, e le mie ultime tre Guzzi le ho comprate usate.
Comune a tutte le mie pannes motociclistiche e’ stato un elemento fondamentale: l’assistenza stradale. Non oso nemmeno pensare al costo totale di pagare il carro attrezzi tutte le volte che sono rimasto a piedi, e se vai in moto la probabilita’ di restare a piedi e’ comunque piu’ elevata che se vai in auto. Un’assistenza stradale seria e ragionevolmente efficiente limita il danno economico e l’arrabbiatura; inoltre, ti da’ grande tranquillita’ anche quando non succede niente, soprattutto se stai all’estero.
Si dice che le moto diventino piu’ affidabili, ma io non sono del tutto sicuro. Quasi tutte le mie pannes sono state dovute all’elettronica, e nelle moto vecchie l’elettronica non c’era. La moto con cui ho fatto piu’ km (la mia fida Moto Guzzi SP II) e la mia moto piu’ vecchia (Guzzi V7 Special, quella originale, del 1967)non mi hanno mai lasciato per strada, e con la prima ho fatto piu’ di 50.000 km (difficile dirlo perche’, seguendo una nota tradizione delle Guzzi di quegli anni, il cavo del contachilometri si e’ rotto diverse volte).
Questa e’ una delle ragioni (l’altra e’ il suono; una terza e’ mostrare un dito molto lungo alla Governante Nazista che ti vuole imporre moto sempre piu’ silenziose, sempre piu’ delicate e piene di elettronica per gestire i vari “Euro X”, e sempre piu’ stupide) per le quali sono molto affascinato dalle vecchie moto a carburatori e puntine platinate. Moto che, se ben tenute, probabilmente non si romperanno; ma se si dovessero rompere, il meccanico di trattori nel prossimo paese ci sapra’ mettere le mani, e ti chiedera’ la meta’ o un terzo del tizio in camice immacolato che si affaccenda al laptop nella concessionaria ufficiale.
Tuttavia, poche sono le persone che si fidano di fare lunghi viaggi in moto con carburatori e puntine platinate, o che trovano il mezzo adatto a loro per farli. Tutti gli altri vanno in giro stracarichi di elettronica assolutamente vitale per il funzionamento della moto, e piu’ delicata di quanto pensi. Lo so, mi dirai che io finora sono stato particolarmente sficato (non e’ sfica; e’ Guzzi…), ma non e’ realistico andare in moto e pensare di avere una affidabilita’ paragonabile a quella di un’auto, almeno non ancora.
Se non sei un meccanico, comprati l’assistenza stradale che ti copre in tutti i Paesi nei quali vuoi andare.
Lo so che non ti piace sentirtelo dire, ma un giorno ti servira’.
Gandalf
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